Pensaci bene prima di "fare il leader"

Pensaci bene prima di "fare il leader"

Il tormentone se "leader si nasce o si diventa" è di quelli che non ha soluzione, per il semplice motivo che la leadership non si può inquadrare in stereotipi. Piuttosto, è più interessante capire su quali basi si può affermare OGGI: "Ecco, quello è un leader!"

Le infinite discussioni che si sono protratte nei secoli, ed in particolare negli ultimi decenni, focalizzandosi su quale debba essere la figura e la funzione ideale del leader sono ormai davvero stucchevoli, a partire dalla questione degli "stili" che ho affrontato nel mio precedente articolo.

Molto banalmente, il leader è colui che si dimostra efficace nel raggiungimento di determinati obiettivi in modo concreto e, soprattutto, sostenibile.

Piuttosto, ritengo sia più interessante soffermarsi su cosa significhi essere "efficaci" o cosa s'intenda per "obiettivi"... ma soprattutto, in che modo questi due termini si applichino nella realtà di oggi.

Chi mi segue, sa che parlo spesso della suddivisione della nostra realtà in diversi strati che si relazionano tra loro in modo gerarchico (cioè, che ogni strato influisce a cascata su quello/i inferiore/i). Nel corso della nostra storia, non abbiamo fatto altro che "scalare" questa piramide e oggi, nel giro di un nonnulla, in termini temporali, ci ritroviamo molto in alto, dove regole e dinamiche sono molto diverse da anche solo pochissimi decenni fa.


Alla conquista di nuovi territori

Giulio Cesare, Genghis Khan, Napoleone, Alessandro Magno... tutti grandissimi leader, per nominarne solo qualcuno. Cos'avevano tutti in comune? Erano tutti al vertice di una gerarchia politica e militare, ma erano anche conquistatori e la loro leadership era rivolta all'acquisizione di sempre maggiore potere e controllo su territori geografici.

Oggi i "territori" sono molti di più: c'è quello economico, quello sociale, quello scientifico, quello mediatico... ma l'approccio non cambia rispetto a ciò che s'intende per "conquista" del territorio e, cioè, l'affermazione del più forte o - molto più darwinianamente - del più adatto. Pertanto, l'efficacia di una leadership riguarda "ancora" esattamente questo: essere capaci di piantare la propria bandierina sul territorio conteso (da altri concorrenti), che è l'obiettivo.

Se il mondo fisico/materiale, quello rappresentato dai territori sopra descritti, è quello più basso possibile, anche la "conquista" di quel mondo rifletterà tale posizione ed il confronto sarà diretto: vince il più forte, il più scaltro, il più potente... in pratica, colui che sa navigare meglio nel rispettivo territorio.        

Oggi non è più così. Sebbene i diversi mondi (livelli, piani, strati o quant'altro) ci siano sempre stati, è da pochissimo che l'umanità nel suo insieme li sta veramente scoprendo e questo richiede un approccio molto diverso da quello che si è usato finora.

E così anche la leadership.


Una gerarchia di "Mondi"

Come mostra l'immagine, il livello immediatamente superiore a quello fisico/materiale può essere definito come relazionale/emozionale ed a questo livello si opera in modo del tutto diverso perché ciò che accade in questa realtà si ripercuote su quella inferiore (fisico/materiale), influendola in modo determinante: se oggi si vuole conquistare territori "fisici", non si può più fare il Napoleone e prendersi quello che si vuole, ma occorre attuare strategie relazionali che conquistino le persone, non più i territori del primo Mondo, inducendole a seguirti.

La gerarchia dei Mondi

Si parla d'Intelligenza Emotiva da appena una trentina d'anni (anche se giganti come Dale Carnegie, Norman Vincent Peale e Napoleon Hill già la "masticavano" da ben la prima metà del novecento) e chi ha cominciato ad adottarla per la sua leadership, avrà gia visto enormi risultati rispetto a chi ha continuato col vecchio modello "meccanicistico" orientato prevalentemente al risultato, che è tipico di chi opera esclusivamente dal primo livello.

Tuttavia, contemporaneamente, si è fatta largo un'altra forma d'Intelligenza, quella Sistemica, che si conosce e di cui si parla ancora relativamente poco, e che si trova ad un piano superiore rispetto a quella relazionale/emotiva.

Non è più importante dei precedenti livelli, così come sarebbe un'idiozia affermare che l'Intelligenza Emotiva sia più importante di quella classica (meccanicistica); ma come ho detto, il controllo che si acquisisce "salendo" di livello fa tutta la differenza del mondo.

Perché lo sviluppo di un'Intelligenza Sistemica influisce maggiormente sull'efficacia della leadership? Non è sempre stato così. Sebbene la nostra realtà sia sistemica da sempre, la conoscenza di questa sua natura non era necessaria fino a 20-30 anni fa. E' solo da quando il mondo e noi siamo più connessi che ignorare questa natura è diventato un problema... o un'opportunità.

Non essere consapevoli delle forze e delle dinamiche a cui sono soggetti tutti i sistemi naturali (quindi noi e tutti i "gruppi" di persone in cui siamo coinvolti) e soprattutto non saperli gestire, rappresenta un notevole handicap per qualsiasi leader poiché non lo rende capace di riconoscere e lavorare efficacemente con sistemi viventi in una realtà sempre più complessa.

La conoscenza delle dinamiche dei sistemi (che è cosa molto più semplice di quello che si crede) non solo non va ad offuscare la forza dell'Intelligenza Emotiva, ma la amplifica, la esalta... così come quest'ultima esalta l'efficacia dell'Intelligenza Meccanicistica (classica), che conosciamo ed usiamo da sempre.        


La gerarchia di "Intelligenze"

Quindi, le macro-intelligenze (che riflettono i Mondi nei quali si opera ed all'interno delle quali operano altre tipologie d'intelligenza) funzionano così:

Come le "Intelligenze" si evolvono e si rivelano in funzione del nostro Coinvolgimento e del nostro Focus

COINVOLGIMENTO - Quanto di noi mettiamo sul tavolo in termini di rischio, d'introspezione, di disponibilità a rivedere i nostri schemi, di servizio, ecc.

FOCUS - Dove poniamo la nostra attenzione. "Esterno" è quello che c'è là fuori e su cui si va a lavorare; "Interno" è ciò che riguarda noi nel nostro più intimo e che ci sprona maggiormente al cambiamento.


1° livello - Intelligenza Meccanicistica

Il QI (Quoziente Intellettivo) è in funzione della capacità di sfruttare al meglio la realtà fisica/materiale in cui si opera quotidianamente (focus verso l'esterno, coinvolgimento bassissimo). Lo scopo è quello di ottenere il massimo con la minima spesa personale.

2° livello - Intelligenza Emotiva

Il QE (Quoziente Emotivo) è in funzione della capacità di sfruttare al meglio il nostro potenziale emotivo nonché le relazioni con se stessi e gli altri (focus verso l'interno, coinvolgimento medio). Lo scopo è quello di ottenere il massimo, dando un po' più di sé... ma sempre a fini sostanzial-mente egoistici, anche se molto più mitigati rispetto al precedente livello.

3° livello - Intelligenza Sistemica

Il QS (Quoziente Sistemico) è in funzione della capacita di sfruttare al meglio le leggi, le forze e le dinamiche che regolano il funzionamento dei sistemi (focus verso l'esterno, coinvolgimento medio-alto). Lo scopo è quello di allinearsi il più possibile con le dinamiche dei sistemi per ottenere da questi il massimo, ma a beneficio di tutte le parti in causa.

4° livello - Intelligenza Spirituale

Il QSP (Quoziente Spirituale) è in funzione della capacità di comprendere il nostro ruolo in questo mondo e di cosa/come intendiamo contribuire al fine di beneficiare i sistemi con cui interagiamo (focus verso l'interno, coinvolgimento altissimo). Lo scopo è quello di esplorare e sfruttare al massimo le proprie potenzialità al fine di metterle a disposizione dei sistemi con cui s'interagisce senza finalità egoistiche.


Conclusione

La leadership non è una barzelletta. E' probabilmente l'impegno più gravoso che una persona possa assumere e, come ho spiegato, richiede un'abnegazione totale alla missione che essa si pone.

Fino a poco tempo fa, cioè fino a quando si operava quasi esclusivamente dal primo livello, essere un leader comportava uno status, un certo potere (anche economico), un certo controllo e altro ancora.

Oggi, non è che sia cambiata la natura delle cose, ma è che il nostro mondo si sta rivelando (ovvero, stiamo scoprendo) sempre più per quello che è veramente... una rivelazione a cui non possiamo sottrarci, men che meno chi decide di guidare altri.

Quando eravamo bambini, tutti volevamo essere il capitano della squadra per cui giocavamo; ma è solo crescendo, quando gli interessi per le parti in causa crescono che ci rendiamo conto dell'onere che questo comporta.

Non siamo più bambini e, soprattutto, sono cambiate le regole del gioco... e lo faranno sempre di più.

Quale ruolo scegli?


Sei o ti senti in qualche modo responsabile per altre persone che dipendono da te, ma ti sei accorto o ti stai accorgendo che le cose non sono più quelle di prima e che pur sapendo di dover cambiare qualcosa, non sei sicuro/a come?

Non sei solo/a, ma grazie ai tanti anni in cui mi sono occupato di dinamiche della leadership, posso darti certamente una mano, anche solo per proporti un nuovo modo di interpretare la leadership.

Non esitare a richiedere una sessione gratuita, senza impegno e senza "offerte" di alcun tipo, dove posso illustrarti meglio ciò di cui ho scritto qui. Messaggiami in privato (Chat LI o e-mail, [email protected] ) per fissare un appuntamento o fallo tu direttamente cliccando su:

https://bit.ly/48gsJrj

Monica Cetrangolo

SALES PERFORMER TRAINER Esperienza ventennale in strategie CALL CENTER , organizzazione e formazione pratica. b2b, b2c

1 个月

La bellezza nel leggere e sentire che si attivano tante riflessioni Grazie Alessandro sei da invidia! Grazieeee

Ana M. Alvarez Romero

Fondatore EVE - ELITE VALUE EXCHANGE|Co-Fondatore e Diret. Didattico Elite Academy|Autore del libro La Visione, del manuale L'Arte di guidare gli altri|Ghostwriter di presentazioni, corsi, manuali, riunioni ed articoli

1 个月

Che articolo, Alessandro... wow! me lo rileggo con calma (dal computer) dopo... molto interessante!!

要查看或添加评论,请登录