Ma quanta credibilità hanno certe associazioni di categoria professionale?
Luisa (Wizzy) C.
Business Executive by Profession, Senior Mentor by Passion | Philanthropist | Co-Founder Dolomite Aggregates? Nig. LTD | Founder Métissage Sangue Misto? & Métissage Dynamics? | Popularizer & Author|
Qualche tempo fa fui invitata ad iscrivermi, con una Membership annuale, ad un’associazione di categoria professionale con lo scopo di interagire con la community ed essere puntualmente aggiornata sull’evoluzione del mio ruolo.
Non amo aderire alle associazioni perché le trovo (a parte due a cui sono iscritta che hanno caratura mondiale e finalità filantropiche) particolarmente inutili sotto vari punti di vista, troppo impregnate di teoria e poco avvezzi al vero senso di comunità e interazione. Ma acconsentì per la stima ed il rispetto che nutrivo (e tutt’ora nutro)? per la persona che mi invitò, consapevole? che sarei stata una mina vagante essendo una professionista un tantino fuori dalle righe, poco incline all’ arruolamento di massa e molto proiettata al valore e profondità dei rapporti.
Apriti cielo! L’avessi mai fatto!
Un chiacchiericcio continuo sui miei metodi professionali creativi ed alternativi (nella mia visione il tema con cui opero lo richiede per la sua naturale complessità, ma sempre nel profondo rispetto etico dell’associazione, dei suoi membri ma, soprattutto, di me stessa!!) e l’atteggiamento riprovevole da parte di un membro di una certa responsabilità e ruolo all’interno, ha reso la mia permanenza fugace e della durata di una scintilla di miccia. Ma la cosa che più mi ha lasciata basita è il fatto che nessuno ha preso le mie difese né si è interessato a richiamare all’ordine l’atteggiamento discutibile. Nessuno! Ora mi chiedo … che credibilità si può costruire su queste basi? Quale dovrebbero essere i provvedimenti da prendere in questo caso affinché l’associazione si meriti il nome e il valore che le spetta?
Non che mi interessi un granché (fortunatamente sono impegnata in una miriade di attività!), ma l’accaduto ha stimolato in me una serie di riflessioni che ho voglia di condividere con chi di voi ha sperimentato una situazione simile. Certamente posso annoverarla come un’esperienza sfortunata, ma purtroppo, constato, non rara. Spesso le associazioni di categoria, pur avendo scopi nobili sulla carta, possono soffrire di dinamiche interne poco sane, come mancanza di leadership forte, incapacità di gestire i conflitti o un eccesso di formalismo che soffoca il vero spirito di comunità. Il fatto che io, una professionista stimata e invitata per il mio valore, sia stata lasciata senza supporto di fronte a comportamenti inadeguati, solleva domande importanti sulla credibilità di quell’associazione.
Un’associazione degna di questo nome dovrebbe essere un luogo di crescita collettiva, confronto costruttivo e supporto reciproco. Se fallisce in questi obiettivi, non solo perde credibilità, ma rischia di allontanare i professionisti più validi. L’episodio che ho vissuto dovrebbe servire come monito per loro e, come spunto per me, per scegliere in futuro solo quelle organizzazioni che dimostrano concretamente di meritare il mio tempo e il mio impegno. Ma 7 cents (qualche esperienzina l’ho fatta nell’arco di mezzo secolo neh?) li voglio lanciare per stimolare in voi alcune riflessioni su ciò che sarebbe stato opportuno fare e su come un’associazione dovrebbe agire in situazioni simili:
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Per migliorare la credibilità:
1.????? Dare priorità alla trasparenza, sia nei processi decisionali che nella gestione dei conflitti.
2.????? Creare un ambiente di fiducia reciproca, in cui tutti i membri sentano che le loro preoccupazioni saranno prese sul serio.
3.????? Dimostrare coerenza tra i valori dichiarati e le azioni intraprese.
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E poi mi chiedete perché martello sistematicamente con la filosofia ?????????????????????/ ????????????!
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