CHAPTER 7 – VERSAILLES #carlosalviculturadelprogetto
Carlo Salvi S.p.A.
Carlo Salvi, Italian manufacturing company part of Hatebur Group, is a leader in the wire forming field.
Finally, even nature bowed before him
It is inevitable. When you hear the word "Versailles" the first thing that comes to mind is the magnificence of the Palace, its 2,300 rooms and especially the Gallery of Mirrors, symbol of the wealth and power of the king. With all the due respect for the wonder of the building, a project with enormous costs
Extraordinary, isn’t it? As the French would say: “génial, dingue!”. However, the most memorable thing was the effort made to ensure the huge daily water supply. A constant problem that gripped Versailles since the time of its creators: incredible but true, the palace was built in an area without this resource. At the end of the reign of Louis XIV, the fountains' water jets consumed 6300 m3 of water per hour, a third of the total costs of maintaining the palace.
The young monarch was very impressed by the water features seen on 17 August 1661 at the castle of Vaux-le-Vicomte on the occasion of a feast, but Versailles, the place chosen for the construction of the new royal residence, was not suitable for the creation of such a park. Built on swampy ground, far from any watercourse, the complex was located at an altitude of 142 meters above the level of the Seine, from which it was still several kilometres away. Situation made even more complicated by the fact that in the seventeenth century the hydraulic technique
From 1668 until the death of the King in 1715, engineers, plumbers and fountainers (so the experts of fountains and water features were called) engaged in a relentless battle to increase the flow and power of the jets. Year after year, pumping and channeling techniques
领英推荐
E anche la Natura si inchinò.
è inevitabile. Alla parola “Versailles” la prima cosa che viene in mente è la magnificenza della Reggia, le sue 2.300 stanze e soprattutto la Galleria degli Specchi, simbolo della ricchezza e del potere del monarca assoluto. Senza nulla togliere alla meraviglia del palazzo, opera dai costi colossali il cui completamento richiese più sessant’anni, il vero miracolo progettuale e ingegneristico è rappresentato dall’immenso giardino. Nel XVII secolo Versailles divenne l’esempio che tutte le corti vollero imitare. Il modello si basava su ampi viali geometrici che, a partire dal centro ideale della reggia, davano vita a trame che spaziavano all’infinito. Viali alberati si alternavano a ordinati boschetti, a vasche d’acqua scintillanti, a fontane la cui potenza dei getti sorprendeva il visitatore. Sin dalla sua creazione il parco venne provvisto di numerosi bacini, fontane e giochi d'acqua. Ancora oggi queste fontane constano di oltre 1400 getti.
Straordinario, vero? Come direbbero i francesi: “génial, dingue!”. Tuttavia la cosa più memorabile fu lo sforzo compiuto per assicurare l’enorme approvvigionamento quotidiano di acqua. Problema costante che attanagliò Versailles sin dai tempi dei suoi ideatori: incredibile ma vero, la reggia venne costruita in una zona priva di questa risorsa. Alla fine del regno di Luigi XIV i getti d'acqua delle fontane consumavano 6300 m3 d'acqua all'ora, un terzo dei costi totali di mantenimento della reggia.
ll giovane monarca era rimasto molto colpito dai giochi d'acqua visti il 17 agosto 1661 al castello di Vaux-le-Vicomte in occasione di una festa, ma Versailles, luogo scelto per l'edificazione della nuova residenza reale, non si prestava per la creazione di un simile parco. Costruito su terreni paludosi, lontano da qualsiasi corso d'acqua, il complesso era posto ad un'altitudine di 142 metri sul livello della Senna, da cui comunque distava parecchi chilometri. Situazione resa ancor più complicata dal fatto che nel XVII secolo la tecnica idraulica non era affatto progredita rispetto all’antichità. Il problema non era solo trovare l'acqua e incanalarla: la tecnica delle fontane non si era evoluta.
Dal 1668 sino alla morte del Re avvenuta nel 1715, ingegneri, idraulici e fontaneri (così vennero chiamati gli esperti di fontane e giochi d’acqua) ingaggiarono una battaglia senza sosta per aumentare la portata e la potenza dei getti. Anno dopo anno, furono perfezionate le tecniche di pompaggio e di incanalamento anche da lunghe distanze e vennero inventate macchine per pompare l'acqua dalla Senna. Uno sforzo enorme sia dal punto di vista progettuale che da quello economico, che trasformò il palazzo in quello che oggi noi tutti conosciamo. Ma a chi giovò questo immenso investimento di tempo e risorse? Gli storici non hanno dubbi: il Re Sole, il sovrano più splendente d’Europa (e quindi del mondo intero) voleva far comprende a chiunque che anche la Natura era in suo potere.
?
?